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Il bilancio 2016 della CNPADC

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Il 19 aprile 2017 è stato approvato all’unanimità dall’Assemblea dei Delegati il bilancio civilistico della CNPADC.

L’esercizio 2016 si chiude con un avanzo corrente di € 511,2 milioni, in incremento rispetto alla II^ revisione del budget 2016 che prevedeva un avanzo pari a € 492,4 milioni. Tale risultato è destinato per € 507,7 milioni alla riserva per prestazioni previdenziali e per € 3,4 milioni alla riserva per prestazioni assistenziali. Il patrimonio netto al 31.12.2016 è di € 6.940,5 milioni, corrispondente a 26 volte il costo delle pensioni erogate (€ 260,9 milioni).

Questi in estrema sintesi i dati numerici dell’anno 2016 per un Ente di Previdenza che ha n° 66.260 Iscritti e n° 7.251 Pensionati. Anche l’anno 2016 ha confermato il trend di crescita patrimoniale dell’Ente, come risulta evidente dall’incremento del rapporto tra patrimonio netto e pensioni.

Il 2016 è stato l’anno di avvicendamento degli Organi Statutari con l’elezione dei Delegati il 25 maggio e dei membri del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale il 12 ottobre. I risultati economici conseguiti interessano l’attuale organo di gestione solo con riferimento all’ultimo periodo dell’esercizio.

Dai dati del conto economico emerge tra i componenti positivi un incremento della contribuzione soggettiva (+ € 12 milioni) e della contribuzione integrativa (+ € 10 milioni) a rappresentare un confortante segnale di crescita. Tra i componenti negativi si registra un incremento delle pensioni (+ € 9 milioni) ed un incremento delle prestazioni assistenziali (+ € 2 milioni). Quest’ultimo dato certamente rappresenta l’attenzione posta dal Consiglio di Amministrazione alle esigenze della Categoria. A tale riguardo è auspicabile un ulteriore miglioramento delle condizioni della polizza sanitaria, con riferimento alla copertura integrativa che, tenuto conto del potere di acquisto che l’Ente può garantire con circa 66.000 Iscritti, potrebbe avere un costo più contenuto rispetto a quello attuale che risulta in linea con i prezzi di mercato.

Si registra, rispetto all’esercizio 2015, una flessione dei proventi della gestione mobiliare, tant’è che il rapporto tra proventi del patrimonio investito e pensioni risulta diminuito di circa il 40%. Nel corso dei lavori assembleari, come risulta anche nella Relazione al Bilancio degli Amministratori, è stato spiegato che in realtà i proventi della gestione mobiliare nel 2015 sono stati considerevoli in funzione del verificarsi di convenienti ipotesi di dismissione che hanno consentito il realizzo di cospicui margini, opportunità che nell’esercizio 2016 non si sono verificate. Ma l’informazione senz’altro più rilevante sullo specifico tema, fornita all’Assemblea del Delegati, è stata l’esistenza nel patrimonio mobiliare dell’Ente di plusvalenze implicite in attesa di realizzo, che costituiscono delle riserve a futuro beneficio delle prestazioni previdenziali e assistenziali.

Il riscontro dei dati consuntivi al 31.12.2016 rispetto al bilancio tecnico attuariale, predisposto a novembre 2015 con proiezione sino al 2064, presenta dati ampiamente positivi. In particolare i dati consuntivi dei contributi soggettivi e integrativi sono superiori rispetto ai dati preventivati nel bilancio tecnico, a dimostrazione dei criteri di prudenza adottati nelle stime effettuate. L’incremento rispetto alle previsioni delle prestazioni pensionistiche, precisa il Consiglio di Amministrazione nella sua Relazione al Bilancio, è da attribuire al maggior ricorso agli istituti del riscatto e della ricongiunzione, circostanze queste caratterizzate da notevole aleatorietà rientrando nelle valutazioni personali degli Iscritti.

Appare ampiamente condivisibile la valutazione degli Amministratori in merito alla necessità di un’azione coordinata con il CNDCEC e con i Consigli degli Ordini locali, azione tesa allo sviluppo della Professione, presupposto indispensabile per garantire l’adeguatezza delle prestazioni. Una Professione in crescita avrà una Previdenza adeguata.

Infine l’interlocuzione con le Istituzioni e anche gli investimenti nel settore pubblico, solo se ritenuti economicamente vantaggiosi come nel caso dell’acquisto delle quote di Banca d’Italia, rappresentano scelte a tutela della Categoria di un Ente di diritto privato che amministra il suo patrimonio nell’esclusivo interesse degli Iscritti, fattispecie quest’ultima confermata dalla recente sentenza della Corte Costituzionale.

Andrea Perrone
Delegato CNPADC Ordine di Roma