Equità e inclusione: Cassa Dottori Commercialisti ottiene la certificazione UNI PDR 125:2022. A cura di Monica Petrella


In Europa, nonostante la graduale emancipazione delle donne nella società, i dati sull’occupazione femminile mettono in evidenza il persistere di un fenomeno che vede una maggiore partecipazione maschile al mondo del lavoro. In Italia, in particolare, il tasso di occupazione femminile risulta essere quello più basso tra gli Stati dell’Unione europea con circa 14 punti percentuali al di sotto della media UE: le donne occupate (età compresa tra i 20 e i 64 anni), rappresentano il 55%, mentre il valore europeo è pari al 69,3%. Queste medie prendono in considerazione soltanto il lavoro formale e regolarmente retribuito, escludendo il lavoro domestico che non è riconosciuto in modo formale né pagato. Proprio le donne sono coloro che si occupano maggiormente del lavoro di cura, impiegando circa 4,73 ore al giorno rispetto alla media che si attesta a 1,84 ore al giorno.
In Italia, il divario maggiore in termini di occupazione si registra tra gli uomini con figli e le donne con figli: la differenza in questo caso si attesta a circa il 20%, mentre tra le persone senza figli scende al 4%. Essere genitori è, quindi, una condizione che incide fortemente sull’inserimento lavorativo delle donne e nella quale si presentano le disuguaglianze più marcate.
Per far fronte a questa condizione e in linea con la Gender Equality Strategy 2020-2025 definita dall’Unione Europea, l’Italia ha adottato la Strategia Nazionale sulla parità di Genere 2021-2025, predisposta dal Ministero per le Pari Opportunità nel luglio del 2021, all’interno del Piano nazionale di Ripresa e resilienza, dove la parità di genere rappresenta una delle tre priorità trasversali in termini di inclusione sociale, unitamente a Giovani e al Mezzogiorno. L’obiettivo della strategia è quello di raggiungere entro il 2026 l’incremento di 5 punti nella classifica dell’indice sull’uguaglianza di genere elaborato dall’Istituto Europeo per l’uguaglianza di Genere (EIGE), che attualmente vede l’Italia al 14° posto nella classifica dei Paesi UE, con l’obiettivo di rientrare tra i primi dieci paesi europei in dieci anni.
In un contesto come quello italiano, quello della Cassa Dottori Commercialisti è un esempio virtuoso poiché ha una composizione del personale sostanzialmente equilibrata per genere. L’organico della Cassa è, infatti, composto prevalentemente da donne, che rappresentano il 57,46% del totale. La presenza femminile è distribuita trasversalmente in tutti i livelli aziendali, con una percentuale più elevata (64,57%) rispetto agli uomini, laddove si considerino le fasce apicali di tutti i livelli di inquadramento contrattuale (Dirigenti, Quadri, A1, B1 e C1). In particolare, con riferimento ai ruoli di responsabilità (Dirigenti, Quadri, Responsabili di Ufficio e Referenti di funzioni a staff), la Cassa conta il 45,24% di donne e il 54,76% di uomini, a conferma del sostanziale raggiunto equilibrio di genere.
Per quanto riguarda la Parità di Genere, a giugno 2024 la Cassa Dottori Commercialisti ha ottenuto la UNI PDR 125:2022, certificazione volta ad assicurare una maggiore equità e ad accompagnare e incentivare le imprese e le istituzioni nella riduzione del divario di genere in tutte le aree maggiormente critiche per la crescita professionale delle donne. Di conseguenza l’Ente, il secondo tra le Casse di previdenza a riceverla dopo Enpab, si impegna a:
- adottare strumenti per prevenire ogni forma di discriminazione di genere e per contrastare qualsiasi atto lesivo della dignità del personale, indipendentemente dal ruolo ricoperto e dal livello di responsabilità;
- valorizzare le diversità in ogni processo aziendale: dalla ricerca e selezione delle risorse umane all’accesso alla formazione, dalla definizione delle politiche retributive alla valutazione delle performance e all’attribuzione dei sistemi premianti, dalla selezione dei fornitori all’erogazione dei servizi agli associati;
- sostenere il welfare familiare dei propri dipendenti attraverso modalità di lavoro e servizi tali da favorire la conciliazione tra attività professionale e vita privata;
- favorire azioni di informazione, sensibilizzazione, engagement del personale sui temi delle pari opportunità e dell’empowerment femminile, evitando stereotipi e promuovendo la visibilità del contributo femminile;
- promuovere una comunicazione, anche verso gli associati, che dichiari in modo trasparente la volontà di conseguire la parità di genere e valorizzare la diversità e supportare l’empowerment femminile.
In questa direzione l’Ente ha sviluppato un piano triennale volto a garantire l’attuazione degli obiettivi e a sensibilizzare l’intera organizzazione al fine di sviluppare una reale cultura aziendale basata sull’inclusione. In linea con l’obiettivo 5 dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile, sarà fondamentale analizzare il cambiamento, comprendere le nuove forme di discriminazione e investire nella parità, poiché il futuro dell’occupazione femminile a vantaggio anche dell’intero Sistema Paese è nello sviluppo di politiche attive relative a lavoro, conciliazione e diritti.